…e dentro il roboante motore, accanto ai pistoni, agli ingranaggi ed alle valvole trova posto anche l’anima della motocicletta, ed è proprio per questo che per guidarla non basta essere uomini, bisogna diventare “Centauri”!
Nel primo Novecento il romanticismo applicato alla moto prese a prestito questo termine dalla mitologia e lo perpetuò nel linguaggio corrente. Ed almeno fino alla seconda guerra mondiale, non solo il motociclismo sportivo – impersonato da Nuvolari e dalla sua Bianchi-Freccia Celeste, da Varzi, Serafini, Pagani e dalle Guzzi, Garelli, e Gilera – ma anche la stessa utenza, erano visti come epici, quasi eroici, aiutati in questo dalla “guasconeria” e dall’abbigliamento dei motociclisti nonché dai mezzi di allora e dallo stato delle strade su cui essi circolavano.
Risalgono al 1923 tracce del primo associazionismo in campo motociclistico a Gorizia ed il gazzettino di Gorizia – con sede in via Garibaldi – dell’8 Agosto 1934 pubblica l’avviso di convocazione dei soci del Moto Club Gorizia che intendono partecipare alla gita motociclistica di Ferragosto a Vienna. Dell’anteguerra, purtroppo, esistono solo ricordi, con l’avvocato Luzzato, presidente fino alla fine degli anni Trenta, anni che videro gareggiare Fiorenzo Carrara, Guglielmo Cotti e Boiano Cuk.
Il dopoguerra è segnato dalla nascita della Vespa, destinata a motorizzare gran parte di quell’Italia che non può permettersi ancora l’automobile. Ma la vespa non è la moto, non lo è specialmente per i motociclisti. La moto è da sempre associata alla velocità e al suo aspetto sportivo.
Dalla fine della guerra le gare motociclistiche trovano un vero e proprio “boom”, non solo ai massimi livelli con la nascita del Campionato Mondiale Velocità, ma anche nei più ristretti ambiti regionali e locali. Nell’isontino si inizia a correre a Gradisca d’Isonzo, a Ronchi dei Legionari; a Monfalcone si svolge il “Circuito dei Cantieri” e perfino nel centro di Cormons, si sfidano le “Minime” con le “Cucciolo” a vincere nella classe 48cc e il “Guzzino” che primeggia tra le moto fino a 65cc.
A Mossa, due ragazzi poco più che ventenni, Pino e Gervasio, fanno impazzire le gente dei nostri paesi con ormai mitici “test pre-gara” sulla Parilla 250. Sfidano i tramonti, lungo la statale tra il bivio Saldarini di Cormons e Lucinico, con la “complicità” della Polizia Stradale e del suo appassionato comandante Finato. Corrono nelle fila del Motoclub Gorizia, e vogliono far capire a tutti il loro valore,, la loro voglia di moto. Sono aiutati in ciò dalla passione di paron Gino, di quella officina Braidotti che negli anni a venire diventerà uno dei “santuari” di chi di moto respira.
Giuseppe “Pino” Medeot e Gervasio Braidot raccolgono le prime soddisfazioni sui cicuiti stradali di Gradisca d’Isonzo e Montebelluna (TV), nonché sugli ovali in terra battuta di Oderzo (TV) e dell’Ippodromo di Montebello a Trieste. Così nel gennaio del 1949, sulle ali dell’entusiasmo, viene cotituito il Moto Club Mossa con sede “ca dal Cip” cioè presso il Bar alla Stazione. Presidente è il goriziano Ricciotti De Savorgnani.
La maglia sociale è di colore blu scuro, con una fascia gialla su cui campeggia il logo “Moto Club Mossa – Gorizia”.
Oltre ai due sopracitati, corrono per i colori di Mossa anche Del Neri, Ronutti, e Licio Russian il quale, assieme a Gervasio e Pellarini, porta la squadra del Motoclub Mossa al 5° posto nella Regolarità dei “Tre Circuiti” disputatasi a Monfalcone.
È di quell’anno la partecipazione alla Milano-Sanremo di Regolarità della squadra composta d De Savorgnani, Licio Russian, Aurelio Braidotti (“Niniti Cip”) e Renato Pillon.
La data del 18 settembre 1949 per il motociclismo goriziano è storia. Sul N.38 della rivista “Motociclismo” il giornalista Massimo Capuzzo scrive: “Col favore di una giornata bellissima, alla presenza del prefetto Palamara, del sindaco Bernardis e di tutte le autorità goriziane, su di un tracciato veloce e ben curato che ha uno sviluppo di 3km si disputa il 1° circuito di velocità “Città di Gorizia”.
La griglia di partenza è situata in via Fatebenefratelli (poco oltre l’incrocio con via Alto Adige nei pressi dell’attuale Ospedale S.Giovanni di Dio); si prosegue poi su via Paolo Diacono, Via Leoni, Lungo Isonzo Argentina, via Aquileia, sottopasso ferroviario per imboccare il rettilineo d’arrivo. Sono 35 i giri in programma per un totale di 105km.
Nella 250cc per il MC Mossa corre anche Licio Russian (Gilera) ma è Gervasio Braidot, con la Parilla, ad essere velocissimo: suo il giro record a 94,784km/h di media, finché la rottura della catena al 30° giro lo costringe al ritiro, regalando la vittoria a Zerbetto con la Guzzi. Solo il tempo di assettare la catena e la Parilla, con in sella Pino Medeot va a sfidare le potenti Guzzi e Gilera della classe 500cc. Troppo grande il divario: “Pino” è 7° nella gara vinta dalla Saturno di Maoggi alla media di 98,820km/h.
Giuseppe “Pino” Medeot nasce a Mossa nel 1923 e, dopo un’infanzia comune a tanti ragazzini dell’epoca, si iscrive e frequenta le scuole industriali a Gorizia, dove fortifica una passione comune ai suoi amici: i motori. Ma non c’è il tempo per traguardi immediati. La guerra arriva e porta via gli anni migliori, anni di sogni e speranze; anni rubati anche alla moto. Al termine del conflitto entra nella Polizia Alleata e, a Trieste, finalmente trova tempo ed i primi veri denari da investire nelle corse.
Assieme all’amico fraterno Gervasio Braidot ha i primi contatti con le gare. Debutta nel Dirt-Track sulla pista ovale di Montebello a Trieste, in sella ad una Matchless militare e, tra gli esordienti, è primo nella 500cc.
Corre ancora molto sulle piste in terra battuta, mitiche quelle del Moretti a Udine e quella di Oderzo; purtroppo le moto Rumi, Rudge e Matchless, quasi sempre di “seconda mano”, non assecondano il suo valore. Divide spesso la Parilla con l’amico Gervasio, “barando” sulla cilindrata; questo lo porta a farsi notare, lanciandolo definitivamente tra i “II categoria” e facendogli avere, a fine stagione, la sognata Gilera Saturno 500.
Il 1950 è la grande stagione di Pino Medeot. A Gorizia non si corre più ma la “Saturno” taglia il traguardo al primo posto nei circuiti di Gradisca d’Isonzo e di Oderzo.
Pino Medeot è senza avversari sulla pista di Cologno, circuito raggiunto dopo un rocambolesco viaggio notturno: sul sidecar con i due c’è anche la fida Gilera, smontata ma non troppo…
Poi c’è il terzo posto di Montebelluna, con il giro più veloce in gara fatto segnare, nonostante (… o forse grazie), la rottura del poggiapiedi dalla parte del freno.
Come Braidot anche Pino Medeot ha il biglietto i tasca per le finali Nazionali. Ma la voglia di correre, di cercare un’altra vittoria è troppo forte e lo porta sul circuito ferrarese di Bondeno dove, il 30 Luglio, si corre l’ultima prova di selezione per il Campionato Italiano. Il pilota mossese in sella alla moto numero 66, è in rimonta dopo una partenza difficile. Lo stile di guida è lo stesso di sempre: tutta grinta e coraggio. Al penultimo giro la fatalità: sta spremendo tutti i cavalli della sua “Saturno” quando un doppiato sposta la propria traiettoria per rientrare ai box. L’impatto è tremendo, fatale per entrambi.
Si spegne una leggenda per gli sportivi isontini e di Mossa in particolare.
La tragedia di Bondeno infligge un colpo durissimo al motociclismo goriziano. Il Motoclub Mossa chiude l’attività ed a Gorizia non si replica più il Circuito di Velocità; ma il Motoclub non può scomparire.
Il 26 gennaio del 1951, presso l’Unione Ginnastica Goriziana, viene indetta l’assemblea straordinaria del Motoclub Gorizia, e durante la riunione presieduta dal sig. Giulio Krajner, a cui partecipano anche alcuni soci del Motoclub Mossa, viene deciso di intitolare il club al compianto “Pino Medeot”.
Alla Presidenza è chiamato il cav. Mario Vinci mentre Ricciotti De Savorgnani è il suo vice. Responsabile sportivo diventa Boiano Cuk, coadiuvato da Gino Braidotti, mentre al Turismo è preposto il mossese Renato Medeot.
L’attività, in un primo momento solo esclusivamente turistico-ricreativa, trova linfa agonistica nel 1955 con le prime gare di Regolarità Fuoristrada che vedono Gorizia uno dei poli triveneti della specialità, assieme ad Este (PD) e Trento.
Negli anni successivi, grazie alla culla Bergamasca, la regolarità diventa la specialità regina degli anni Sessanta, quando le moto, che prima erano il risultato di semplici trasformazioni dei modelli stradali, diventano, grazie a Gilera, Morini, Guzzi e MiVal, dei mezzi specifici e sofisticati. Gli stessi percorsi, sempre più impegnativi e selettivi, finiscono per esaltare le caratteristiche dei mezzi e la classe dei piloti.
All’interno del Motoclub Pino Medeot crescono i primi specialisti che, con la scuola mossese dei fratelli Braidot, di Busilacchio, e Mrack, rivaleggiano con la compagine Goriziana dei fratelli Zuccaro, dei Tomasi, Marega, Milloni, Macuzzi e con i re delle piccole cilindrate Della Morte e Verzegnassi. Le sfide fratricide diventano epiche, considerato che Gorizia primeggia nel NordEst ed il “Circuito dei Colli Goriziani” con la Grojna diventa una classica del panorama Triveneto.
Mossa, anch’essa sede di partenza in numerose occasioni, inventa, a sua volta, un tratto di percorso, banco di prova durissimo per mezzi e moto, passato alla storia della Regolarità come il pavé della Roubaix nel ciclismo: I Fanghi di Mossa.
Nel 1963 viene creato il Campionato Sociale Regolarità, che precede di alcune stagioni la nascita di quello Regionale e Triveneto; il primo campione sociale è il mossese Alessandro Braidot.
Ma sono gli anni Settanta quelli di maggior sviluppo della regolarità con le innovative KTM e SWM che si danno battaglia sui campi da gara. Tantissimi sono i ragazzi che, sognando Gritti e Brissoni, si cimentano almeno una volta in competizione mentre a Gorizia viene fondato un nuovo club: l’Associazione Motociclistica Goriziana. Ma il “Pino Medeot” cala in pista diversi assi: Accanto ai vecchi Ive Persoglia, Giovanni Russian e Marassi emerge, fortissimo, Umberto Drossi (“Tze-Tze”), ed ancora validissima è la scuola mossese forte di Luciano Pellizzon, Roberto Bevilacqua e Massimo Famea, fino al giovanissimo Mauro Braidot.
Dopo una prima edizione disputatasi nel 1966, il Campionato Italiano Regolarità farà ancora tappa a Gorizia nel 1974, periodo di massimo splendore della specialità.
Dal 1978 al 1986 Mossa ridiventerà sede classica di partenza delle gare di Regolarità del Motoclub Pino Medeot.
Nel frattempo la specialità cambia nome e diventa Enduro.
Gli anni Ottanta sono stati la consacrazione agonistica dell’Enduro Goriziano: la nuova generazione rappresentata dai fratelli Zotti, da Plesnicar, Padovani e Samar vince titoli regionali e triveneti in serie e trova soddisfazioni anche al livello nazionale, tanto da consentire una storica partecipazione alla “Sei Giorni Internazionale” di S.Pellegrino Terme (BG), prova del Mondiale a Squadre, dove il Motoclub Pino Medeot ottiene il 23° posto finale.
Nel Motoclub Pino Medeot si sono stati sempre i “matti“: il più adorabile di questi è stato senz’altro Franco Zotti, il “dakariano“, l’eterno ragazzo che ha trasformato in realtà un sogno: partecipare alla Parigi-Dakar, la massacrante maratona motociclistica che, sul finire degli anni ’80 ha rappresentato una delle massime espressioni al mondo infatto di avventura.
Ci ricordiamo ancora lo “Sport Sera” del 31 dicembre 1987 quando, in Eurovisione, veniva ripresa la sua moto N.65, al via del prologo di Parigi. Fu quello il degno sugello ad un sognorealizzto grazie anche ad un tuffo nell’Isonzo dal ponte di Piuma, con lo scopo di raccogliere fondi, visto che quelli garantiti dagli sponsor non erano sufficienti. Franco concluse anzitempo quella “Parigi-Dakar” nell’oasi di Tamanrasset, ma fu capace di vincere l’edizione di due anni dopo, nella classe 250 Marathon, raggiungendo un momento di notorietà nazionale meritatissimo.
Saranno gli anni Novanta a perpetuare la forza del “Pino Medeot” in campo Enduro: arrivano i primi sponsor e, finalmente, anche quei titoli italiani inseguiti per anni, grazie ai friulani Mittone, Gaspari e Pitrelli. Sfuggirà purtroppo, quello a squadre che avrebbe rappresentato il miglior omaggio al pilota Pino Medeot, privato di quel titolo dalla sorte.
Mario Stocco, caprivese testardo, corre nella Velocità facendo rivivere un po’ il mito di “Pino Medeot”, non fosse altro che per le prove della sua Kreidler nelle curve tra Moraro e Capriva. Corre sempre nelle piccole cilindrate, dapprima nelle corse in salita, dove sfiora il titolo nazionale, poi in pista, imponendosi tra i migliori Junior. Nel 1984, diventato Senior, ottiene una Casal 80cc con la quale vince il Gran Premio di Vallelunga, prova del Campionato Europeo; è 4° all’Estoril e 7° a Salisburgo: ma le troppe rotture dimostrano che anche a lui la fortuna non è amica, tanto da abbandonarlo del tutto nella gara mondiale di Hockenheim, nel 1987, quando – nel Gran Premio di Germania – una caduta gli provoca uno stato di coma per diversi giorni. Oggi, ultra cinquantenne, Mario corre nelle “storiche” con una 500 Morini.
Nel 2004 vince il suo 5° titolo Alpe Adria.
Nel nuovo millennio la squadra Enduro del Motoclub Pino Medeot resta ai vertici dei campionati Regionale e Triveneto, grazie a nomi quali Cargnel, Mlakar, Kocina, Marconato e Della Pietra. Le gare nel goriziano si spostano per alcune edizioni nei comuni di Dolegna e Cormons, per poi ritornare, grazie al Campionato Italiano Gr.5, a Mossa e poi a Capriva. Tutt’oggi la gara del Campionato triveneto Enduro comprende i storici passaggi degli anni ’60 e ’70 con la Grojna e i Fanghi di Mossa sempre ad insidiare gli enduristi moderni.
Il mototurismo, da sempre nello spirito del Motoclub, ha trovato la sua massima espressione nella partecipazione a tantissime edizioni del Rally Internazionale FIM, che si disputa ogni anno in una diversa nazione europea.
In quell’occasione vengono premiati i partecipanti più assidui con un riconoscimento internazionale chiamato “Meritum”: Il recordman goriziano per eccellenza è Giancarlo Corazza – Grand Master Meritum con 45 partecipazioni.
Gli ultimi anni hanno visto il “Pino Medeot” trionfare con costanza nelle squadre del Campionato Regionale, mentre resta sempre presente a contendersi la vittoria per titolo Triveneto.
Questo andamento positivo nei risultati degli ultimi anni è dovuto alla maggiore attenzione che ha rivolto il Motoclub riguardo ai giovani provenienti dal Minicross e dal Minienduro: i futuri portacolori del Motoclub Pino Medeot.